A beneficiarne saranno 14 milioni di contribuenti, per i quali sugli stipendi inciderà quindi la riduzione contributiva:

  • del 6 per cento in caso di retribuzione imponibile fino a 2.692 euro;
  • del 7 per cento in caso di retribuzione imponibile fino a 1.923 euro.

Per i titolari di retribuzioni fino all’importo massimo di 2.692 euro, il valore del bonus contributivo sarà di circa 108 euro mensili e ovviamente sarà calibrato in relazione all’importo dello stipendio erogato e conseguentemente dei contributi dovuti.

Per i titolari di retribuzioni fino a 1.500 euro, il bonus in busta paga consentirà di beneficiare di un risparmio di circa 75 euro, importo che ammonta invece a 50 euro per i titolari di retribuzioni fino a 1.000 euro.

Sugli stipendi inciderà inoltre anche l’accorpamento delle prime due aliquote IRPEF in avvio dal 1° gennaio 2024, con l’eliminazione del secondo scaglione e l’estensione del primo con tassazione al 23 per cento fino a 28.000 euro.

Tenuto conto quindi anche del taglio IRPEF, l’importo del bonus complessivo in busta paga arriverà a 84 euro mensili circa per i lavoratori fino a 20.000 euro annui, valore che sale a 112 euro per i redditi compresi tra i 25-30.000 euro annui e a 120 euro per i titolari di redditi di 35.000

Nuova soglia per i fringe benefit

Incideranno sugli stipendi anche le nuove soglie dei fringe benefit previste dalla Legge di Bilancio 2024.

Nel dettaglio, dal 1° gennaio i limiti saranno così ridefiniti:

  • 1.000 euro per la generalità dei lavoratori dipendenti;
  • 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli a carico.

Nei fringe benefit, bonus riconosciuto a discrezione del datore di lavoro, rientreranno anche le somme erogate per il pagamento o il rimborso delle bollette, ma anche per le spese relative all’affitto della prima casa o per gli interessi sul mutuo.

Si ricorda che per il 2023 i fringe benefit sono stati portati a 3.000 euro esclusivamente per i dipendenti con figli, mentre sono rimasti ancorati alla soglia di 258,23 euro per la generalità dei lavoratori.

Sempre sulla stessa lunghezza d’onda, arriva la conferma della detassazione dei premi di produttività anche per il 2024: prevista dalla precedente Manovra, la misura permette di applicare ai bonus riconosciuti ai lavoratori e alle lavoratrici in linea con precise procedure una imposta sostitutiva del 5 per cento, anziché del 10 per cento.

Nuovo bonus contributivo per le lavoratrici madri

Un rafforzamento agli stipendi delle lavoratrici arriva dal nuovo esonero contributivo previsto per le madri di tre o più figli, che esclusivamente per il 2024 si applicherà anche in caso di due figli.

L’esonero sarà pari al 100 per cento dei contributi previdenziali e sarà riconosciuto in busta paga alle lavoratrici con contratto a tempo indeterminato fino ad un massimo di 3.000 euro di importo da riparametrare su base mensile.

I limiti all’applicazione della misura sono i seguenti:

  • il raggiungimento del decimo anno del secondo figlio;
  • il raggiungimento del diciottesimo anno del terzo figlio.

Sempre sul fronte della natalità è previsto il potenziamento anche del congedo parentale, con l’aggiunta di un nuovo mese pagato all’80 per cento per il 2024.

Dal 2025 si passerà al 60 per cento, in luogo del 30 per cento previsto ad oggi, per un ulteriore mese rispetto al primo già pagato all’80 per cento.

Avranno diritto al nuovo mese di congedo maggiorato i lavoratori che terminano, dopo il 31 dicembre 2023, il periodo di congedo di maternità o, in alternativa, di paternità.